Le radici del nostro laboratorio artigiano Vittorio Mura e Figli

Geposted von Luciano Mura am

 

Vittorio Mura cominciò a lavorare nella bottega del padre nel 1927, all’età di sette anni.

Il paese di Santu Lussurgiu a quei tempi con una popolazione di circa cinquemila abitanti aveva ben quattro differenti botteghe che praticavano l’arte fabbrile, la produzione di coltelli nella zona rappresentava un attività importante ma ancora poco sviluppata dato che si limitava alla cerchia locale.

Divenuto esperto operò anche come armaiolo, una specializzazione che veniva considerata di eccellenza tra quelle di chi lavora il ferro e l’acciaio, essa infatti presuppone una certa dimestichezza con i congegni. 


Nella foto Vittorio Mura all'età di 18 anni.

In campo dei ferri taglienti furono subito apprezzate la sue creazioni, i suoi coltelli, le imboccature per cavalli e le sue ottime forbici da tosatura.

Esse infatti furono ricercate da molti allevatori, la cui approvazione vale più di qualsiasi attestato poiché le qualità pratiche e l’efficienza vengono messe a dura prova nel momento in cui c’è da tosare un intero gregge e dove la resistenza, l’elasticità della molla e l’andamento e contatto con le lame può facilitare o rendere il lavoro più faticoso.

Essendo stato l’erede di un antica tradizione e pioniere nello sviluppo del coltello sardo ha rappresentato la continuità del coltello italiano.

Le lavorazioni e l’impiego di materiali ricercati possono trovare la loro giusta collocazione sempre non perdendo di vista le scelte che danno significato ad un certo prodotto.

Dalla forgia del nostro laboratorio nascono sia pezzi unici per collezionisti con vari metodi di lavorazione e rifinitura, ma anche il semplice coltello da pastore con lama in acciaio omogeneo e manico nel tradizionale corno di montone, di muflone, di bufalo porta con sé un eleganza dovuta ad un ricercato equilibrio nell’omogeneità delle forme che trasmette il messaggio di una cultura con radici profonde.


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